mercoledì 28 ottobre 2015

Tepori abruzzesi di castagne nel caminetto



Il cielo si raggruma, la temperatura si adatta a quel grigio. 
L'atmosfera si riappacifica con le immagini circostanti: il sole al momento non brucia, ci fa solo da candela per la fine del pomeriggio.


Anche lo stomaco sente di essere chiamato a nuove responsabilità, per garantire energie che, nei tempi estivi, avevamo dovuto accantonare. Sì, proprio quelle forze che adesso ci fanno un po' emettere un leggero tremore, al contatto con il fresco di fuori. Ci servono quelle robustezze, ma abbiamo bisogno pure di rifocillarle.


Insomma, lasciamo perdere le chiacchiere da letteratura. Fuori c'è il grigio, c'è il fresco e la nebbia non perdona. 
In queste condizioni, cosa fa un abruzzese, a metà pomeriggio? Ma pure a sera tarda. Non dico a mattina.

Ecco, un abruzzese tira fuori la pentola bucherellata, mentre ha già preparato la brace viva del caminetto.
Con mano esperta inizia ad incidere le castagne, con la precisione ormai acquistata con l'esperienza di anni e di generazioni passate. 
Una alla volta e poi le butta dentro al prezioso contenitore.

Lo appoggia quindi su quella fiamma vivace ma non troppo altezzosa. 
E si siede ad aspettare. 
Con decisione afferra subito dopo il manico della padella e si ingegna ad agitare il frutto dentro contenuto, facendolo saltare con allegria, insieme alle compagne.

Trascorrono così i minuti ma l'abruzzese sa che deve vigilare. Un po' di attesa e un po' di ballo frizzante per le castagne. 
Un momento in più potrebbe essere fatale.

D'accordo, ci vuole molta accortezza ma la castagna arrosto va sul fuoco del camino. 
E da nessuna altra parte.

Concetta D'Orazio

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