Qualche tempo fa, sulla mia pagina di Facebook, ho chiesto ad alcuni amici di indicarmi gli errori in lingua italiana o i modi di dire moderni che mal sopportavano, leggendo sul Web.
Non mi riferivo solo a veri e propri strafalcioni grammaticali ma ad espressioni entrate ormai nell'uso comune e nella scrittura, soprattutto nello spazio virtuale.
Dalla discussione sono emerse diverse posizioni che in molti condividiamo.
Siamo d'accordo nel ritenere spiacevoli e monotoni innanzitutto i luoghi comuni.
Ho scoperto che a parecchie persone, così come a me, rimangono sullo stomaco le ripetizioni di modi di dire o le mode di espressione, che ormai leggiamo quotidianamente sul Web.
Negli anni, anche i luoghi comuni hanno subìto una trasformazione e si sono per così dire adattati ai modelli comunicativi e alle piattaforme di incontro sociale.
Più che ad una vera e propria casistica di modi di essere e di pensare, mi riferisco in questa sede a maniere di esprimersi, soprattutto in scrittura, che sono poco eleganti, sicuramente ripetitive, spesso sbagliate.
Insomma espressioni che sono diventate di uso comune e quotidiano ma che ad orecchie come le mie provocano un fastidioso disturbo.
Procedo con una sommaria elencazione dei misfatti linguistici, tenendo ben presente le segnalazioni che mi sono arrivate dai miei amici che potete leggere sulla mia pagina Facebook.
- Rafforzare una negazione o un'affermazione con l'avverbio assolutamente.
Assolutamente no, assolutamente sì.
- L'utilizzo inadeguato e spesso errato di alcuni verbi, sia nel significato sia nella forma: attenzionare, supportare, notiziare.
- L'uso indiscriminato di puntini di sospensione, di punti esclamativi ed interrogativi, infilati in successione e in gran numero.
- Scrittura in maiuscolo.
- Spesso le parole sono adoperate con un significato sbagliato: è tipico dei nostri giorni, ad esempio, affibbiare all'espressione piuttosto che il valore disgiuntivo (che cioè separa o propone alternatva) in vece del giusto valore avversativo (che oppone).
- Inserire k al posto di ch. Scegliere X in vece di per.
- Perdita del corsivo.
- Scegliere parole straniere in vece delle corrispettive in italiano.
- Iniziare una frase con l'espressione E niente...
- Terminare una frase con l'espressione ...ne abbiamo?
- Azzardati neologismi come ti lovvo (ti amo) e muoro (muoio).
- Finire un periodo con ...per dire.
- Prediligere la discutibile espressione ma anche no, che sembrerebbe accostare la negazione (no) alla avversativa (ma) e alla aggiuntiva (anche).
Che gran confusione!
Insomma, oggi le parole non hanno più il peso e l'importanza che detenevano negli anni passati. Spesso esse vengono utilizzate in maniera sbagliata, non attenta al significato, stravolta nella forma.
Mi verrebbe quasi da dire: al contrario!
Concludo qui, attendendo nuovi spunti, e ringrazio di nuovo gli amici che sono intervenuti e di cui potete leggere le posizioni sulla mia pagina Facebook.
Concetta D'Orazio
Ho scoperto che a parecchie persone, così come a me, rimangono sullo stomaco le ripetizioni di modi di dire o le mode di espressione, che ormai leggiamo quotidianamente sul Web.
Negli anni, anche i luoghi comuni hanno subìto una trasformazione e si sono per così dire adattati ai modelli comunicativi e alle piattaforme di incontro sociale.
Più che ad una vera e propria casistica di modi di essere e di pensare, mi riferisco in questa sede a maniere di esprimersi, soprattutto in scrittura, che sono poco eleganti, sicuramente ripetitive, spesso sbagliate.
Insomma espressioni che sono diventate di uso comune e quotidiano ma che ad orecchie come le mie provocano un fastidioso disturbo.
Procedo con una sommaria elencazione dei misfatti linguistici, tenendo ben presente le segnalazioni che mi sono arrivate dai miei amici che potete leggere sulla mia pagina Facebook.
- Rafforzare una negazione o un'affermazione con l'avverbio assolutamente.
Assolutamente no, assolutamente sì.
- L'utilizzo inadeguato e spesso errato di alcuni verbi, sia nel significato sia nella forma: attenzionare, supportare, notiziare.
- L'uso indiscriminato di puntini di sospensione, di punti esclamativi ed interrogativi, infilati in successione e in gran numero.
- Scrittura in maiuscolo.
- Spesso le parole sono adoperate con un significato sbagliato: è tipico dei nostri giorni, ad esempio, affibbiare all'espressione piuttosto che il valore disgiuntivo (che cioè separa o propone alternatva) in vece del giusto valore avversativo (che oppone).
- Inserire k al posto di ch. Scegliere X in vece di per.
- Perdita del corsivo.
- Scegliere parole straniere in vece delle corrispettive in italiano.
- Iniziare una frase con l'espressione E niente...
- Terminare una frase con l'espressione ...ne abbiamo?
- Azzardati neologismi come ti lovvo (ti amo) e muoro (muoio).
- Finire un periodo con ...per dire.
- Prediligere la discutibile espressione ma anche no, che sembrerebbe accostare la negazione (no) alla avversativa (ma) e alla aggiuntiva (anche).
Che gran confusione!
Insomma, oggi le parole non hanno più il peso e l'importanza che detenevano negli anni passati. Spesso esse vengono utilizzate in maniera sbagliata, non attenta al significato, stravolta nella forma.
Mi verrebbe quasi da dire: al contrario!
Concludo qui, attendendo nuovi spunti, e ringrazio di nuovo gli amici che sono intervenuti e di cui potete leggere le posizioni sulla mia pagina Facebook.
Concetta D'Orazio
"Ti lovo" è semplicemente orrendo (accettabile solo se a dirlo è una gallina :D ). "la splendida cornice" mi fa venire la pelle d'oca, come anche il "red carpet" così adorato dai nostri cronisti. Quanto a "assolutamente sì" ricordo che già Matteo scriveva: "Sia invece il vostro dire sì, quando è sì; no, quando è no; il di più viene dal maligno." (e dall'ignoranza, aggiungo io).
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