Mi passavano intorno, come se non esistessi, tranne che per quando la loro proprietaria ritornava alla realtà per rimproverarmi con una nuova scusa.
Le vedevo danzare intorno a me. Da quella posizione, i suoi arti inferiori mi parevano più lunghi, ondeggiavano alla ricerca di un bilanciamento di cui nemmeno lei sembrava conoscere i limiti.
Vedevo che si affannavano a svolazzare per casa, in cerca di un prezioso contributo alla realizzazione dell’equilibrio che forse qualcuno aveva nascosto sotto la polvere da tirare via dai mobili. Non si fermavano mai.[...]»
La fragranza dell'assenza
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