Credete di aver finito? Adesso arriva il bello!
Ecco come Antonella Sacco, Roberto Bonfanti, Mario Pacchiarotti e Concetta D'Orazio illustrano la personale metodologia nella preparazione del testo per la pubblicazione.
Antonella Sacco
Roberto Bonfanti
Mario Pacchiarotti
Concetta D'Orazio
Autori a confronto – Come si realizza un
ebook
1. Preparazione
del testo, editing e correzioni.
Tutti oggi possono
buttare online le proprie cose, componendole in un libro elettronico, da
mettere in vendita in una delle innumerevoli librerie virtuali disseminate in
Rete.
L’auto-pubblicazione
è ormai alla portata di tutti. Tanti si scoprono così scrittori.
Non mi dilungherò
sulla opportunità o meno di rendere di pubblica fruibilità i propri amati testi:
chiunque si appresti a farlo deve avere necessariamente la consapevolezza che
quell’atto li esporrà inevitabilmente a giudizio, buono e meno buono.
A me piace sapere
che sono in tanti coloro che scrivono e che
le persone abbiano la necessità di trasporre sulla carta (nell’accezione
più metaforica possibile del termine) sentimenti ed emozioni, per un intrinseco
bisogno di comunicazione.
Sono sicura che
ognuno di noi, allorquando clicca sul bottone
della pubblicazione, ha ben chiari i rischi di ritorno di critica che un tale
gesto comporta.
Proponendo i
nostri testi, accettiamo implicitamente che essi siano graditi o condannati dal
pubblico che ne usufruisce.
Se per ciò che
concerne la trama ci possiamo affidare alla cosiddetta buona sorte, non è
possibile invece attribuire ai capricci del fato
anche il consenso di pubblico in merito alla perfezione o meno del testo
scritto. Le parole, si sa, vanno articolate, pesate, validate. E poi ancora: la
disposizione scritta deve essere comprensibile, piacevole ma soprattutto
corretta.
Quanto facciamo
per rendere perfetti i nostri testi?
Quali sono i primi
accorgimenti cui dobbiamo sottoporli, prima di validarne la pubblicazione?
Vi racconto come
faccio io.
Una volta
abbozzata la trama, i fatti salienti, delineati i personaggi passo ad una prima
rilettura. In questa fase, ho bisogno di
avere sotto agli occhi la stampa del testo, in maniera da poter prendere
appunti, sottolineare, tagliare oppure integrare. I pennarelli di colore
diverso mi servono per evidenziare i cambiamenti da apportare al testo (la
barra nera indica l’eliminazione, l’evidenziazione in celeste configura un
passaggio poco chiaro, in giallo annoto le aggiunte e così via).
Mi metto così di
buona lena a rileggere il testo, periodo dopo periodo.
In questa prima
fase, tengo vicino a me anche un quaderno: mi occorre per abbozzare i miei schemini.
Cosa schematizzo?
Innanzitutto scrivo i nomi e cognomi dei personaggi e vedo se essi compaiono
sempre uguali nel corso dell’intera narrazione. So che può sembrare ridicolo ma
vi assicuro che spesso mi è accaduto che i miei amati protagonisti abbiano
deciso di cambiare identità. Ho dovuto considerare con raccapriccio come una
Rosetta fosse all’improvviso diventata Rosina o un Luigi si fosse trasformato
in Gino, senza che io ne fossi minimamente consapevole, men che meno
consenziente.
Dei personaggi,
inoltre, schematizzo le varie parentele e sintetizzo le peculiarità
caratteriali.
Continuo la
mia prima revisione, concentrando
l’attenzione sulle congruenze spazio-temporali.
Nel corso di
questa prima lettura, ripeto, ho la necessità di creare e consultare questi
miei schemi per vedere che tutto corrisponda e si combini alla perfezione. Devo
controllare, inoltre, che non vi sia troppo né troppo poco.
Sintetizzando,
posso dire che gli schizzi grafici e di sintesi mostrano alcuni punti
fondamentali per la nascita del romanzo.
I miei appunti tengono conto di diverse questioni.
Personaggi: nomi, parentele, caratteristiche, eventuali abitudini
e/o tic.
Tempi dell’azione:
devono corrispondere e seguire sempre una logica ed una consequenzialità.
Luoghi,
paesaggi. È opportuno disegnare anche un abbozzo di mappa, nel caso i protagonisti
si muovano in un ambiente con limitazioni di spazio molto definite.
Linearità della trama (logicità e coerenza dei vari
intrecci).
L’impegno più importante della prima revisione
consiste, dunque, proprio in questo controllo che tutto sia congruente.
Mi pare superfluo
dire che, nel corso di questa prima rilettura e di tutte quelle a venire,
l’attenzione oltre che alla congruenza del testo deve essere massima pure sulla
linearità e correttezza delle espressioni in lingua italiana, nel rispetto di
grammatica e sintassi.
Saranno necessarie
letture diversificate.
Ma quali sono gli
aspetti della lingua che dobbiamo soprattutto considerare?
Questo è un
discorso che meriterebbe una trattazione doviziosa a parte. Posso, in questa
sede, riassumere le principali attenzioni che si devono porre a ciò che abbiamo
scritto.
Il primo aspetto
da considerare è senza dubbio il rispetto della consecutio temporum, vale a dire della giusta corrispondenza tra
tempi verbali. In un periodo, composto da una principale e da più frasi subordinate, i tempi dei verbi devono
essere scelti in base a determinate regole che ne amministrano i rapporti di anteriorità, contemporaneità,
posteriorità.
Nel corso di tutte
le revisioni è necessario prestare attenzione a tutti quei piccoli errori che potrebbero sfuggire. Si devono
dunque controllare la concordanza tra soggetto e verbo, la punteggiatura, gli apostrofi e gli accenti.
In conclusione,
personalmente faccio parecchie volte questi passaggi di verifica e riscontro, prima di poter
affermare con una certa sicurezza che il testo è pronto alla pubblicazione.
Concetta D’Orazio
Grazie Concetta per la generosità con la quale ci concedi le tue conoscenze, con puntualità e precisione. Traggo sempre grossi aiuti dai tuoi consigli. Un abbraccio!
RispondiEliminaCara Concetta, questo sito tra consigli per self e ricette diventa sempre più interessante, hai trovato un ottimo binomio! Alice
RispondiEliminaGrazie Simona! Sono contenta che l'articolo ti sia stato utile. Consiglio di leggere anche quelli degli altri colleghi (basta cliccare sul logo del relativo blog). Ognuno di noi affronta la revisione, seguendo un metodo personale. Ti abbraccio.
RispondiEliminaGrazie, Alice, ho sempre pensato che la testa non "cammina bene" se lo stomaco non è soddisfatto. Un abbraccio
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