Un braccio di montagna rialzato, contro il cielo, ad ammansire le perturbazioni dell'aria, a redarguire la sua maestosità.
È questa la prima immagine che ho avuto indietro, subito dopo aver distolto gli occhi da quello sperone allungato a dominare del cielo il celeste, il blu. Delle nuvole il bianco.
E pure le sfumature delle stelle.
La via mi veniva indicata. Non c'erano alternative, dovevo seguire quel richiamo. Continuavo a sollevare le pupille, mi ostinavo a sentir tutto il peso della mia piccolezza: la rocca era lì, pareva aspettarmi. Io indugiavo di sotto, incerta se incamminare il passo verso l'alto, minuta nel mio imbarazzo di piccolo essere.
La torre però mi dava coraggio, concedendomi l'assicurazione delle sue attenzioni. Nessuno avrebbe guastato quella salita. E poi nessuno avrebbe potuto conquistare le mie attenzioni, quando sarei arrivata sopra.
Nemmeno le emozioni avrebbero potuto rubarmi.
La rocca vegliava. Nella torre avrebbero tenuto il controllo. Alta sullo sperone, dritta come una colonna di certezza.
Impegnata a conquistare la sommità, immaginavo quella vetta, quella roccia, quelle mura calate nelle atmosfere delle diverse ore del giorno.
Apparivano sempre grandi. Luminose le sfumature accarezzavano i miei pensieri, persi nella camminata.
Provai a guardare, di giorno e nella mente, pure quei maestosi sassi immersi nel buio della notte. E li vidi, contemplandoli nella immaginazione mia fervida.
Piccola, sempre più piccola ero diventata quando giunsi finalmente in cima.
Il cammino in realtà era stato breve, di pochi minuti, e senza difficoltà. Ma avevo visto accresciuta quella limitatezza del mio essere, lì, finalmente sulla sommità.
E mi sentii potente. Mi sentii sicura.
Mi ritrovai finalmente mia.
Forte. Invincibile. Mi pareva di essere stata brava nel gioco della vita e di godere finalmente della mia potenza.
Trattenni le gambe su quel suolo addomesticato di montagna, cercando di far forza sui deboli arti, confidando nei nervi tesi.
Non volevo abbandonare quello splendore di atmosfera. Quell'aria tersa e sicura dell'altezza non potevo lasciarla.
Mi promisi di venir di nuovo qui, presto. Rassicurai le mie tristezze, dando a me stessa garanzia di ritorno.
Questo sarà il posto dove il mio animo potrà trovare rigenerazione. Di nuovo. Nel bisogno o solo nell'occasione.
Concetta D'Orazio
Il castello medievale si trova a Roccascalegna, comune della provincia di Chieti.
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