Quelle dita: ci sono tutti i tuoi anni, dietro, sopra, sotto.
Si raggrinziscono, quando tu comandi loro qualcosa.
Ogni cucitura è l'immagine delle storie che sono passate attraverso le mani che le contengono.
Quanti nodi che le decorano, come gli intrecci che hanno sconvolto i tuoi tempi.
Sono forti, quelle dita. Sono agili.
A volte si strofinano tra loro, in silenzio, quasi a darsi coraggio. Come se volessero rinnovare il patto di fratellanza che stipularono all'origine.
Le vorresti più tranquille.
Te lo ripeti al mattino: si affrettano a ritrovare efficienza, mentre il tuo essere è ancora assonnacchiato.
Te lo ricordi alla sera: aggiustano quel poco ancora che manca. E tu già hai salutato le ore del riposo.
Non rispondono, talora accade.
Te ne crucci un po', anche se sei consapevole che la loro contestazione è legittima. Non si astengono per capriccio ma per far valere i loro diritti.
E per far sopportare a te tutto il gravame del mondo.
Perché loro, le dita, sono generose.
Le tue.
Concetta D'Orazio
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