mercoledì 14 giugno 2017

Ricompensa di lavoro.




Le mani nella terra le metto per trovare il risultato.
Non mi piace fare sforzi inutili né adoperare il tempo, senza un'adeguata ricompensa.

Per questo il mio lavoro è sempre finalizzato ad ottenere un premio.
Un riguardo meritato, una gratificazione onesta.

Dopo aver ricoperto di terra le radici, la prima forma che immagino nella mente è quella relativa ai colori dei fiori.
Riuscirei ad interrare piante di zucchina in maniera incontrollabile solo per vederne una mattina risplendere le sfumature che portano l'arancio a ricondursi al giallo e il verde a far risaltare le sue venature discrete.

I tratti più accondiscendenti al contrasto si allentano insieme alla mollezza dei petali di quei fiori che, adagiandosi, quasi come tenero tessuto di polpa leggera, si prestano agli occhi che ne accarezzano le forme. 

Un vaso! Ci vorrebbe un vaso e non la rustica padella.
Uno scatto. Il fiore è vanitoso e io so apprezzarlo.

Di ritorno dall'orto, questa mattina ho portato finalmente i fiori.
Come si raccolgono da un prato verde, così li ho presi dalla terra ruspante.

Appoggiarli in un piatto è stato quasi un controsenso.


C. D'Orazio


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