venerdì 28 giugno 2013

Sullo stile di scrittura

Approfitto dell'occasione offertami da una chiacchierata con un amico che, lui lo sa, è per me sempre pungolo intelligente ad approfondire talune questioni inerenti allo stile personale di scrittura. 

Leggere è un piacere. Leggere è anche un impegno. Chi si accosta ad un libro lo fa, deve farlo, con consapevole responsabilità di essere, per tutto il tempo della durata della lettura, l'unico arbitro a poter giudicare quel che ha sotto gli occhi, apprezzando talune traiettorie di stile, disdegnandone altre.

Ripeto, chi legge si assume la responsabilità di far scivolare le pagine, a stampa o virtuali non importa, sulla propria pelle, accogliendone o meno la giusta temperatura.

Chiarita la premessa, sono convinta, con estrema caparbietà, che non ci siano regole generali da applicare al modo in cui si scrive, men che meno da seguire nell'ordinare il proprio pensiero. Ed anche lo stile personale non può essere sempre catalogato in rigide schedature ma deve essere aggiustato, tenendo presente numerose variabili: l'argomento, l'ambientazione, i personaggi. 
Ed anche tante altre questioni.

Chi ha detto che la lettura deve scorrere sempre velocemente? Chi lo dice che deve essere sempre snella? 
In un romanzo d'azione è chiaro che la paratassi debba essere preferita alla ipotassi; dove c'è azione e continuo cambio di ambientazione e situazioni ben vengano le frasi poste sullo stesso piano, preferibilmente brevi. 
Se ci sofferma invece ad analizzare i movimenti interiori delle anime dei personaggi anche la penna avverte la necessità di continui ghirigori e tenute placide di stile. Qui la ipotassi è d'obbligo.

Ogni maniera di scrittura è buona se sapientemente calibrata, tenendo presente gli innumerevoli punti vista!


Concetta D'Orazio

mercoledì 26 giugno 2013

Abbiamo scritto una pagina di storia!

Un anno esatto è trascorso da quando, nel giugno del 2012, mi aggiravo nella Rete alla ricerca di informazioni su come fare per pubblicare un libro online, in totale autonomia.
Pubblicare un libro? Da soli? Senza casa editrice??
Un anno fa pareva una follia. Almeno lo era per me, abituata a voltar pagina, strofinando carta, con quel famoso profumo che tutti glorificano, ma che ormai pare davvero obsoleto e inflazionato!
Avevo la mia "roba" riposta in un cassetto. Poche poesie, ma buone, accatastate vicino alla biancheria, nel famoso cassetto appunto...
Ero davvero in confusione, avevo bisogno di notizie certe, precise.
Iniziai a girovagare per la Rete, fino a quando riuscii a fare la mia  prima pubblicazione.
Nonostante questo, tuttavia, nella nuova dimensione da auto-pubblicata, avvertivo una certa solitudine, una self-solitudine. Una solitudine fai da te, insomma.
E nel mio  isolamento mi sentivo in totale autonomia. Solitaria autonomia.
Mi resi subito conto che esser riuscita a mettere online la mia raccolta di poesie non era sufficiente. Se l'avessi lasciata lì, nello store, senza accompagnarla con una considerevole opera di promozione, non avrei ottenuto niente, tanto valeva lasciare i miei versi nel cassetto, vicino alle magliette della salute.
Promozione? Non avevo la ben che minima esperienza in questo campo. Proprio io che rifuggo da ogni realtà commerciale, men che meno quando richieda una qualsiasi forma di esibizione pubblica.
Ma la pubblicità andava fatta. Era chiaro, andava fatta.
E non solo per vendere. Per carità, non avevo grandi ambizioni a riguardo. Far leggere il proprio libro ad un numero considerevole di persone sembrava, e sembra, assolutamente necessario per avere indietro una qualche forma di apprezzamento o anche di critica. Non funziona così anche nell'editoria canonica?
Mi rimisi in viaggio, attraversando i meandri della Rete ed iniziai a cercare comunità, forum, gruppi in cui ci fosse qualche auto-pubblicato che mi tenesse compagnia, con cui potessi scambiare informazioni, dubbi ed esperienze.
Fu allora che venni a conoscenza di un gruppo Facebook, creato da un self come me e scoprii che di self come noi ce n'erano tanti. Provammo  a contarci ed arrivammo ad  identificarci nei "primi cento autori self. I pionieri".
Scoprimmo pure di avere un nome, un'identità, e ci dicemmo tutti: autori indie!
Ora la butto banalmente: sembrava ieri...ed è passato un anno! E altro che cento autori! Oggi non li contiamo più.
Ma quelli che allora erano i primi cento, si sono ritrovati, si sono aiutati. Quell'originario gruppo è cresciuto talmente tanto da esser stati costretti a chiudere e ripartire da capo.
In un solo anno quante cose abbiamo imparato insieme. Abbiamo scoperto così tanto che non basterebbe un anno a riepilogarlo!
Potrei azzardare un sintesi: abbiamo capito come si fa, cioè come si procede tecnicamente per mettere un libro online. Ci siamo confrontati su questioni inerenti all'editing, all'impaginazione, alla correzione. Abbiamo mostrato le nostre copertine, bocciandole o promuovendole, incitandoci a fare meglio.
E poi siamo passati ad affrontare la delicata questione della promozione: abbiamo compreso l'importanza del saper gestire le nostre presentazioni online, la necessità di promuovere prima di tutto la nostra persona e quindi le nostre opere.
Ripeto: non basterebbe un anno.
Oggi quel gruppo è composto da scrittori self che hanno raggiunto  una certa maturità professionale e che si confrontano pressoché quotidianamente, aiutandosi e sostenendosi anche nella promozione.
Abbiamo scritto una pagina di storia.
Buon compleanno e grazie a tutti.



sabato 22 giugno 2013

Grazie

Nei giorni di promozione gratuita in tanti avete scaricato i miei eBook. Ringrazio tutti. Spero che la lettura vi sia gradevole ed interessante.

Intreccio di sensi nell'ora dei ricordi. Ballo con musica.




Un dondolo, nell'aria che s'è fatta benevola, accarezzando la pelle da prima accaldata. Un profumo solletica i sensi tutti. E mi sembra di ascoltare un odore. No, non è un odore. Mi pare di aver visto un rumore. No. É solo un gusto troppo acceso o un composto troppo molle.
Mi guardo intorno e vedo dolce. Ascolto attentamente e odo giallo. Manipolo con accortezza e prendo una canzone.
Una melodia lusinga i miei pensieri. E si fanno idee. E si fanno ricordi.
No, non sono triste. I ricordi possono essere anche ricordati. I ricordi non devono necessariamente essere vissuti. Basta rammentarli e accompagnarli nella mente.
E mentre dondolo, ridiscendo in quell'età, quella dove tutto il resto sembrava futuro. Quella dove non c'era rimpianto ma solo desiderio.
In quell'età ritorno e vedo orecchie che ascoltano, nasi che odorano, mani che manipolano.
E vedo occhi che s'inteneriscono. Si arrabbiano. E poi tornano dolci.
Allora i sensi parevano avere un loro ordine, nessuno si confondeva. Tutti procedevano insieme, eppur separati ed organizzati.
Allora si guardava, si respirava, si ascoltava. E si rideva. E si piangeva.
Il dondolo non si ferma. La musica non si calma.
Quella melodia che sembra valzer o forse è una ballata.
E sono meravigliosamente all'inizio di quel tempo, quando i sensi hanno cominciato a mescolarsi. L'età è quella della responsabilità. Quando si univa alla severità pur uno strano senso di compassione, di tenerezza.
É stato allora che sensi hanno iniziato a mescolarsi, le mani a guardare, gli occhi a odorare, le orecchie a colorare.
Ma la musica continua. Il valzer si fa più lento.
Il dondolo mi riporta al tempo di adesso. E io non so più distinguere se guardo per vedere, se ascolto per sentire, se assaggio per gustare.
Mi dondolo e non ho più divisioni fra i sensi miei.
Vorrei sapere ancora usare quelle mani di una volta, per manipolare quella musica di tenerezza, per ascoltare quel colore di dolcezza.

Concetta D'Orazio

venerdì 14 giugno 2013

Crostata alla marmellata

Cosa c'è di più semplice da realizzare, di più veloce da preparare, di più economico da gustare? Sicuramente una bella crostata! Questo dolce ci risolleva da tantissime ambasce quando abbiamo una festicciola in programma, un compleanno da festeggiare, insomma un necessario ed indifferibile bisogno di dolce. La crostata si presta ad infinite varianti di farcitura: la si può preparare con tutti i tipi di marmellata, con qualsiasi crema, con ricotta, con cioccolato. E la fantasia non è mai troppa!
Per la crostata si prevedono due momenti di preparazione, quello relativo alla pasta base e quello sicuramente più piacevole e divertente inerente alla farcitura.

Ingredienti per la pasta base
300 gr. di farina
150 gr. di zucchero
2 uova
125 gr. di burro
mezza bustina di lievito per dolci
un pizzico di sale

Ingredienti per la farcitura
1 vasetto di marmellata
1/2 bicchiere di latte
zucchero a velo

Preparazione
Lasciare ammorbidire il burro. Disporre la farina a fontana su di una spianatoia e mettere al centro le due uova, lo zucchero, il burro ammorbidito, il pizzico di sale ed il lievito. Impastare fino ad ottenere un composto morbido.
Riporre l'impasto, coperto con pellicola, in frigo per una mezz'ora.
Nel frattempo accendere il forno (180°) e preparare la farcitura, diluendo la marmellata con il latte.
Imburrare ed infarinare una teglia, prendere due terzi dell'impasto e disporlo all'interno, lasciando un piccolo bordo, avendo cura di bucherellarlo con la forchetta. Disporre la farcitura in stato piuttosto liquido sulla superficie della teglia, all'interno dell'impasto. Con la parte restante dell'impasto formare dei cordoncini da applicare sulla torta, a creare una specie di grigliato. Naturalmente l'aspetto estetico può essere realizzato a proprio  piacimento. Infornare per circa 40 minuti. Dopo aver sfornato e fatto raffreddare, ricoprire la crostata con dello zucchero a velo.

domenica 2 giugno 2013