venerdì 28 febbraio 2014

Il tempo gira e non si ferma.

E se il tempo girasse su se stesso? 
Cosa ci fa un albero di Natale sotto l’ombrellone? 
Cosa ci fa un ombrellone puntato sulla sommità di un albero di Natale? 
La tombola in agosto? 
Il salvagente a dicembre? 


Domani in promozione gratuita


mercoledì 26 febbraio 2014

Diventare famosi con il Self Publishing






Funziona così: un po' ci è sempre piaciuto scrivere. Un po'.
A dire la verità, un pochetto ci è sempre piaciuto pure fare nuoto, giocare a calcio, a tennis, tirare di scherma e ballare sulle punte.
Anzi, eravamo proprio bravi.

Ma questo ora non ha importanza. 
Adesso abbiamo fatto una meravigliosa scoperta: amiamo scrivere. 
Sì, avete capito bene. 
E non importa che tanto giovani non siamo più, o almeno non lo siamo tutti. Quello che veramente ci sta a cuore è che noi da grandi avremmo voluto fare lo scrittore.

Cosa volete che ci interessi che noi adulti lo siamo già da un pezzo?
C'è forse un limite a sognare? Certo che no!
E noi vogliamo fare lo SCRITTORE.
Lo desideriamo davvero così tanto che ci caliamo benissimo nella parte. Creiamo di tutto: blog da scrittore, sito da scrittore, fan page da scrittore. 
Tutto per informare il mondo distratto che noi sappiamo scrivere, scriviamo e scriveremo. 

E che? Gli amici, i parenti, i vicini di casa, tutti lo devono sapere. Anche quelli che fanno finta di niente, guardandoci di traverso, ridendo sotto ai baffi, quando ci incrociano per strada.
Cosa avranno da ridere?
Chi è che voleva diventare pompiere? Anche noi abbiamo un sogno nel cassetto, beh, in fondo in fondo al cassetto, proprio dietro a tutte quelle carte.
Noi abbiamo sempre sognato di buttar giù parole, nero su bianco.

E soprattutto, con cuore magnanimo, abbiamo deciso di voler mettere i nostri scritti a disposizione di tutti. Anche di quelli a cui non importa mezzo fico di ciò che componiamo.
Ma noi siamo munifici e gran signori. Le nostre sono aspirazioni nobili. Non c'è che dire.
Sì, va bene, prima di fare questa scoperta facevamo altri lavori. Ma non stiamo a guardare il capello, figuriamoci a spezzarlo. Quei mestieri con i quali campavamo erano occupazioni provvisorie che ci hanno permesso di mangiare, in attesa di rivelare al mondo che: noi siamo SCRITTORI.

E come si diventa oggi scrittore?
Beh, prima di tutto si strimpella qualcosa, alla meno peggio.
Chi vuole si siede alla scrivania, chi no scrive due righe anche all'impiedi, utilizzando il dispositivo che preferisce: computer, tablet. Anche il telefono va bene per strimpellare.
Una volta messa giù la bozza, si procede ad una prima, spesso anche unica, rilettura. 
Non possiamo stare a perder tempo noi. Abbiamo così tanto da fare!

Passiamo quindi allo step successivo alla stesura, di pari importanza, se non di più: la creazione della copertina.
La cover! La nostra croce e delizia. La cover ci presenta, ci annuncia, insomma: la copertina è il biglietto da visita del nostro libro. 
Decidiamo allora di spendere pure qualche spiccio per ottenere un risultato discreto. Abbiamo risparmiato prima, quando pensammo di non buttare qualche eurino per far leggere quello che abbiamo strimpellato a qualcuno che sa bene come si gioca con la penna. L'eurino ora ci avanza per la copertina.
La vogliamo bella, bellissima. La desideriamo così tanto, la nostra immagine, da sognarla anche di notte. Eh, sì che dobbiamo aspettare, dobbiamo attendere che il grafico ce la fornisca nuova di zecca nella sua confezione col cellophane.

Ma quant'è bella la nostra copertina! Meglio di quel che c'è dentro. Ma che c'importa: dobbiamo farci vedere, prima di farci leggere
E, si sa, se carta canta, copertina parla.

Andiamo avanti. Testo, copertina, sinossi: li abbiamo.
Noi lo sappiamo ma lo sappiamo solo noi.

Ora inizia il bello. Dobbiamo gridare al mondo, sì sempre a quel mondo distratto, che esistiamo come esseri scriventi, prima che pensanti.
Ci accorgiamo così che per poterci fare notare dobbiamo godere anche di un po' di fama. Insomma, dobbiamo diventar famosi, senza inutili giri di parole.
Quale modo migliore di un tuffo social?

Senza tema e con tanto ardimento, ci iscriviamo di qua e di là. Frequentiamo gruppi, ne creiamo altri. E chiacchieriamo, chiacchieriamo, per iscritto naturalmente. E certo, noi scriviamo. Mica pizza e fichi!

Fra di noi, fra i nostri simili, trascorriamo tante ore. Ci diciamo cose. Sempre le stesse cose: e le lunghezze dei giorni di promozione. E la conversione dei file per la pubblicazione. E le case editrici. E quelle a pagamento. Ma tu l'hai controllata la sinossi? Ma hai letto quella recensione? Ma quello chi crede di essere?

Insomma siamo così carini ma così carini, che, in confronto, le sorellastre ricche e brutte di Cenerentola, sembrano tirocinanti.

Continuiamo però a far finta di niente. E ci raccontiamo. Ci confrontiamo. Certi teatrini!
I  più bravi, i più scafati, a cui, in verità, del Self Publishing importa tanto quanto la decennale provinciale di corsa con il papavero, hanno capito qual è il modo per farsi breccia nel cuore degli aspiranti self-scrittori: li aiutano, li consigliano, si fanno in quattro.
Insomma, cercano di fare la scarpetta in compagnia, laddove non avanzano nemmeno le briciole.

Ma ritorniamo ai nostri colleghi. Quelli che sono proprio come noi, motivati da un sincero e serio interesse verso il Sel Publishing.

Quanto ci piacciono i nostri simili, sì quelli come noi. Quelli che avevano il nostro stesso sogno nel cassetto. Tutti l'hanno buttato fuori, il sogno. Alcuni hanno buttato anche i cassetti.
Ne hanno trovato tanti, abbandonati in discariche abusive. Quanti cassetti hanno rinvenuto, lasciati lì da aspiranti scrittori impenitenti.

E chi l'avrebbe mai detto? Fino a qualche tempo fa conoscere uno scrittore era impresa memorabile, da ricordare nell'agenda personale, e ora, all'improvviso, scopriamo di essere circondati da persone che hanno pubblicato uno, due, tre, quattro e tanti a iosa libri?
Quanti autori! Ci sentiamo circondati!

Pensavamo  di aver finalmente trovato la nostra strada artistica: fantastica, meravigliosa.
Il problema è che questa fantastica strada è molto affollata. Affollatissima.
Insomma, cercavamo il modo per farci vedere, notare, LEGGERE.
Ci accorgiamo di avere fatto la scoperta dell'acqua calda.
Tutti insieme, in gran compagnia!


Concetta D'Orazio



lunedì 24 febbraio 2014

Chiacchiere



Avevate deciso di mettervi a dieta, dopo le esagerazioni del periodo natalizio?
Avreste dovuto saperlo che, tempo qualche mese, sareste stati punto e a capo.
E che, Carnevale non lo vogliamo onorare?

Carnevale arriva tosto, tutto grasso a più non posso. Va bene, dai, la rima non si addice ma quanto sono buone le chiacchiere.

Conosciute anche come bugie, queste piccole sfoglie fritte, sono i dolci che meglio identificano il periodo che precede ed accompagna il martedì grasso.
Prepararle non è difficile.
Ingredienti

3 uova
80 gr di zucchero
300/350 gr di farina
40 gr di burro
Un bicchierino di liquore (a scelta)
1/2 bustina di lievito in polvere
1 bustina di vanillina
1 pizzico di sale
zucchero a velo 
Olio per friggere (di semi o olio evo oppure strutto)


Preparazione

Iniziamo con il far ammorbidire il burro a temperatura ambiente. 
Impastiamo la farina con le uova, il lievito, la vanillina, il sale, il liquore, lo zucchero e quindi il burro ammorbidito.
Adesso dobbiamo riporre in frigo l'impasto ottenuto, per una ventina di minuti. Dividiamo l’impasto in piccoli pezzi.
Lavoriamo ognuno di essi con la macchina per la pasta, cercando di ottenere una sfoglia sottile (n°4 della macchina per la pasta).
Formiamo quindi delle striscioline, ritagliandole con una rondella.
Tuffiamo le striscioline in abbondante olio (o strutto), scoliamole quindi su carta assorbente e spolvieriamo di zucchero al velo.







domenica 23 febbraio 2014

Uno scrittore, due scrittori



Pensavamo allo scrittore un tempo, non molto remoto, e subito immaginavamo una persona con la schiena ricurva sulla scrivania, la penna in mano ed un foglio abbandonato al volere delle delicate folate di vento che entravano dalla finestra, aperta sulla campagna.

Dicevamo scrittore e lo identificavamo in un individuo poco fortunato, obbligato a trascorrere l'esistenza tra le sue carte e la noia che accompagnava i tempi lunghi, in attesa della risposta positiva da parte di qualche casa editrice.
In fondo lui, lo scrittore appunto, ci era simpatico.
Eh, certo, consumava i suoi anni migliori, le sue penne e pure le sedie sotto la scrivania.

Lo guardavamo mentre si accingeva a pianificare un unico schema: la trama del racconto, appuntando diligentemente un inizio, uno svolgimento ed una fine.
Il resto del tempo, il nostro eroe lo trascorreva a guardare in aria, nell'attesa paziente dell'ispirazione inviatagli direttamente dal nume poetico o comunque letterario.
Ci era simpatico, senza dubbio, ma quanta pena provavamo pure per la sua tediosa esistenza.

Pensiamo allo scrittore oggi, proviamo ad immaginarlo.
Cosa c'è? Vi rimane difficile? Che problema avete? Non vedete più le carte in balia delle flebili e tenere folate di vento che s'insinuano delicatamente, attraverso la finestra?
No, vi prego non ditemi che non lo immaginate, il nostro eroe, a consumar la noia nell'attesa di improbabili risposte per la pubblicazione del suo libro.

Cosa state guardando? Volete forse dirmi che l'immagine che si presenta ai vostri occhi è sconcertante? Cosa? Lo vedete  al pc.
Beh, è normale, dove volete che sia?

No, non può essere. Mi dite che lo vedete SEMPRE al pc. Lo vedete FOLLE al pc.
E cosa avrà mai da fare di così impegnativo?
Stare su Facebook? Su Twitter? Deve essere dappertutto? Non deve dimenticare nulla e nessuno? Socializzare con quello e con questo.
Deve inventare. Impaginare. Pubblicare. Condividere. Promuovere. Tentare. Aggiustare. Amicare. Mipiaciare. Chattare.

E va bene. Ma quando scrive?

Concetta D'Orazio

giovedì 20 febbraio 2014

Il self publishing e la palingenesi dell'editoria



Tutti che parlano di libri e di scrittura.
E qui e lì.
E le CE... e le BE e le DE.
Questi scrittori che esordiscono. Ah!
Si propongono. Si studiano. Si consumano.
Improvvisamente tutti sono diventati anche editori, editingaioli e correttori.
E pure evidenziatori.
Si amano. Ma un po' fanno finta.

D'altronde le classifiche sono strette, piene di correnti d'aria! Non ci si può star dentro comodamente.
Basta un click e la porta sbatte.
Oggi dico così, ma devo dirlo velocemente e senza dar troppo nell'occhio, ché domani ci sarà l'eco al mio "così".. "'osì" ..."sììì".
E occhio a quello e occhio a questo.
Ma che vuoi? Il report pieno e la moglie ubriaca?
Si continua, in una danza di letterine impenitenti, senza aver mai studiato la prima posizione.
Ma pure sulla seconda ci sarebbe da ridire.
Tanto basta che c'è la salute e qualche refuso da cancellare.
Diciamoli refusi va.
Devastazioni della lingua sono.
Noi però li indichiamo con termine tecnico che fa più chic ed anche più self.
Ma chi vuoi che se ne accorga?

Lettere dritte, storte, oblique. Basta che siano scritte.
Si va avanti, allegramente, chi prima arriva meglio alloggia.
Me poi alloggeranno anche gli altri,
tanto un posticino in classifica non si nega a nessuno,
basta che non sia troppo in alto.

Viva il self publishing, da soli e con molta compagnia!

Concetta D'Orazio

martedì 11 febbraio 2014






A San Valentino regala un cuore,
regala un self


11-15 febbraio
i nostri eBook in promozione


https://www.facebook.com/events/519070504877075/519709138146545/?notif_t=like

martedì 4 febbraio 2014

Coppette in pasta brisée con melanzane cotte al vapore






Le melanzane si prestano agli usi più svariati e alla realizzazione delle idee più strampalate.
Possono andare bene come primo, come contorno e perfino come antipasto.
Domenica scorsa avevo bisogno di portate particolari per un apri-pranzo. Avevo della pasta brisée in frigo (santo rotolo già preparato), melanzane, mozzarella, olive.
Sono riuscita ad ottenere queste particolari coppette. Carine da vedere ma super buone da gustare.
La preparazione, in realtà, non è molto veloce ma il risultato ripaga del tempo perso.

Ingredienti

1 rotolo di pasta brisèe confezionata o anche preparata a mano

1 melanzana nera di media grandezza

1 manciata di olive denocciolate

2 mozzarelle

1 barattolo di conserva di pomodoro a pezzetti

aglio, sedano, carota e cipolla per il soffritto

sale e pepe q.b.


Preparazione

L'operazione più lunga e noiosa da fare in anticipo è la preparazione e la cottura della melanzana. Dopo averla lavata, affettatela e ponetela a cuocere su di una griglia posizionata sopra una pentola con acqua. L'evaporazione dell'acqua consentirà la cottura della melanzana che manterrà così una morbidezza ideale.
In un'altra casseruola fate soffriggere brevemente aglio, carota, sedano e cipolla. Aggiungete la conserva di pomodoro. Fate cuocere per almeno 10 minuti. Unite quindi  la melanzana opportunamente tagliata a pezzetti e lasciate restringere il composto per almeno altri 10 minuti.





Nel frattempo accendente il forno a 180°. Prendete delle coppette di alluminio e rivestitele con la pasta brisée, avendo cura di punzecchiare il fondo con una forchetta.



Mettete il ripieno all'interno delle coppette. Ricopritele con pezzetti di mozzarella tagliata a cubetti e con le olive denocciolate. Io non ho messo le olive intere ma le ho tagliate a metà.


Infornate per una ventina di minuti o comunque fino a quando la pasta avrà raggiunto una colorazione dorata e la mozzarella si sarà distribuita all'interno delle coppette, sciogliendosi.
Le coppette possono essere servite calde o fredde.