domenica 23 febbraio 2014

Uno scrittore, due scrittori



Pensavamo allo scrittore un tempo, non molto remoto, e subito immaginavamo una persona con la schiena ricurva sulla scrivania, la penna in mano ed un foglio abbandonato al volere delle delicate folate di vento che entravano dalla finestra, aperta sulla campagna.

Dicevamo scrittore e lo identificavamo in un individuo poco fortunato, obbligato a trascorrere l'esistenza tra le sue carte e la noia che accompagnava i tempi lunghi, in attesa della risposta positiva da parte di qualche casa editrice.
In fondo lui, lo scrittore appunto, ci era simpatico.
Eh, certo, consumava i suoi anni migliori, le sue penne e pure le sedie sotto la scrivania.

Lo guardavamo mentre si accingeva a pianificare un unico schema: la trama del racconto, appuntando diligentemente un inizio, uno svolgimento ed una fine.
Il resto del tempo, il nostro eroe lo trascorreva a guardare in aria, nell'attesa paziente dell'ispirazione inviatagli direttamente dal nume poetico o comunque letterario.
Ci era simpatico, senza dubbio, ma quanta pena provavamo pure per la sua tediosa esistenza.

Pensiamo allo scrittore oggi, proviamo ad immaginarlo.
Cosa c'è? Vi rimane difficile? Che problema avete? Non vedete più le carte in balia delle flebili e tenere folate di vento che s'insinuano delicatamente, attraverso la finestra?
No, vi prego non ditemi che non lo immaginate, il nostro eroe, a consumar la noia nell'attesa di improbabili risposte per la pubblicazione del suo libro.

Cosa state guardando? Volete forse dirmi che l'immagine che si presenta ai vostri occhi è sconcertante? Cosa? Lo vedete  al pc.
Beh, è normale, dove volete che sia?

No, non può essere. Mi dite che lo vedete SEMPRE al pc. Lo vedete FOLLE al pc.
E cosa avrà mai da fare di così impegnativo?
Stare su Facebook? Su Twitter? Deve essere dappertutto? Non deve dimenticare nulla e nessuno? Socializzare con quello e con questo.
Deve inventare. Impaginare. Pubblicare. Condividere. Promuovere. Tentare. Aggiustare. Amicare. Mipiaciare. Chattare.

E va bene. Ma quando scrive?

Concetta D'Orazio

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