domenica 10 maggio 2015

Un rosso di rimando

Sei qui.
La mia attesa è finita.
Hai impiegato un anno, dall'ultima volta. Questo lo sai.
Un anno. Comprendi il significato di tutto questo tempo perso?

Come credi che mi sia sentita io, senza di te?
Un vuoto. No.
Una voragine. Nemmeno.
Una nostalgia la miaSi faceva ogni giorno più impegnativa.

In tutti questi mesi ho dovuto far finta di niente. 
Immagina se qualcuno si fosse accorto. Immagina se qualcuno avesse capito la mia afflizione.
Sarei stata additata. E peggio: sarei stata calunniata e derisa.

Una come me che aspetta te?
Mi rendo conto? Ti rendi conto?
In tutto questo tempo, dunque, ho patito in silenzio, concedendomi solo qualche sospiro in gran segreto.

Ultimamente l'indugio mi era diventato intollerante.
Mi recavo lì, nel silenzio delle ore piene.
Proprio lì, nel luogo dove presumevo che avresti fatto ritorno.
Quel posto tutto nostro.

Adesso è finita. Ora ci sei. Un rosso che sfuma.
Lo osservo. Lo misuro.
Mi sembra quello dell'anno passato.
O forse è di una gradazione più vivace.

Fatto sta che è ancora immaturo. Acerbo. Intempestivo.
Proprio come te.
Basteranno un paio di giorni.
E poi sarai esigibile.
E io ti esigerò. Di certo.

Basterà allungare la mano.
Nella peggiore delle ipotesi, mi industrierò pure, arrampicandomi.

Rosso di rimando.

Ciliegia che non sei altro.

C. D'Orazio






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