lunedì 14 ottobre 2024

Colori di ottobre

 



Mi appresto all'autunno che ancora ha timori d'apparire.

Ti aspetto, mio adorato, con le tue fronde cariche di colori del porpora, del vermiglio e del cioccolato mandorlato.

Piacevoli evoco in mente quei tuoi abbracci di miele, di castagne e di profumi di mosto.

Ti aspetto, perché tardi a mostrarti?

Perché non lasci allungare i tuoi tepori, ma li mescoli ancora con l'afa arrugginita?

L'attesa, mi dirai, accresce l'emozione dell'incontro.

Hai ragione, ma non tardare oltremodo.

Concetta D'Orazio

sabato 12 ottobre 2024

Eruditus, πολυμαθής, erudito.


Erudita è la persona che possiede numerose conoscenze nell'ambito di una disciplina o anche in diversi campi del sapere. 

Il termine erudizione deriva dal latino [ērŭdĭo], ērŭdis, erudii, eruditum, ērŭdīre, verbo che ha il significato di istruire, ammaestrare. Generalmente è in costruzione con l'accusativo: erudimus iuventutem (Cic. Div. 2,4).

Nel secondo libro del De Divinatione, Cicerone scrive:

Quod enim munus rei publicae adferre maius meliusve possumus, quam si docemus atque erudimus iuventutem, his praesertim moribus atque temporibus, quibus ita prolapsa est, ut omnium opibus refrenanda ac coÎrcenda sit?

Infatti quale servizio maggiore e migliore io posso rendere allo Stato, che istruire e formare i giovani (la gioventù), soprattutto in questi costumi e in questi tempi, in cui essa, la gioventù, è sprofondata, affinchè la si possa frenare e contenere attraverso lo sforzo di tutti?

Possiamo dunque vedere che, in questo caso, Cicerone utilizza il verbo erudire con il significato di "formare". La formazione è quella educazione che non consiste soltanto nella trasmissione di nozioni su un determinato argomento, cioè l'insegnamento, ma va oltre: attraverso di essa si plasma in toto la persona, il discepolo, di cui ci si sta occupando. Certo, nel De Divinatione, siamo di fronte al  "Cicerone filosofo", che si premura di dare un aiuto alla formazione in larga scala, politica e sociale alla classe degli optimates.

Ritornando al verbo latino erudire, quando esso è utilizzato con de e l'ablativo,  assume il significato di informare o mettere al corrente: erudire aliquem de aliqua re, informare uno di una cosa.

Avendo insito anche il significato di insegnare, il verbo erudire può essere costruito con il doppio accusativo: (teneram prolem)...damnosasque erudit artes, gli insegna le arti rovinose. Così in Ovidio, nelle Metamorfosi (Met. VIII, 215), Dedalo insegna al figlio Icaro le arti distruttive, che lo porteranno alla morte.

Continuiamo la nostra analisi: nella parola erudire troviamo ex e rudis. Ex è la preposizione che in latino indica "fuori da", mentre rudis è l'aggettivo che ha il significato di "rozzo, grezzo, non lavorato". È dunque chiaro come con il verbo erudire si voglia sottolineare quel lavoro del togliere dallo stato grezzo.

L'equivalente dell'eruditus latino è il πολυμαθής nell'antica Grecia.

Πολυμαθής, [-ές] significa "erudito, in possesso di molte conoscenze", formato da πολύ, molto, e dal verbo µανθάνω, imparo. Quindi πολυμαθής: è molto istruito, ha imparato molte cose. 

A dir la verità, la Πολυμαθια, cioè il sapere molte cose, non è sempre vista di buon occhio (Eraclito).

Nel corso delle età e delle epoche, l'aggettivo erudito è rimasto ad indicare la qualità di chi possiede un notevole bagaglio di conoscenze, anche non affini, cioè non necessariamente riguardanti un'unica disciplina, spesso acquisite per piacere personale e studio autonomo. L'erudizione è cosa ben diversa dalla cultura, termine che abbraccia un vasto campo di qualità: conoscenze, abitudini, spirito critico, competenze, maniera d'essere.

E ai nostri giorni? Esiste l'erudizione fine a sé stessa? Come si acquisisce?

Per quanto questa mia convinzione possa sembrare esagerata, sono convinta che le possibilità che si hanno per accrescere le proprie conoscenze siano pressoché illimitate. Ogni persona, dunque, ha tutte le opportunità per imparare nozioni, acquisire competenze, scandagliare con minuzia le scienze.

Nel mondo virtuale, dove ognuno può proporre le sue ricerche e i suoi studi, il fruitore, occasionale o non occasionale, ha la possibilità di accrescere il suo sapere, allargandolo su vari fronti o specificandolo in determinate aree. Così, all'infinito.

Certo il rovescio della medaglia è dietro l'angolo: chi può con sicurezza sapere se le cose proposte, ricerche, tesi, monografie, testi, prodotti audio e prodotti video, sono davvero il frutto di un accurato studio oppure solo un modo come un altro per mettersi in mostra?

E ancora: assistiamo all'affermazione, sempre più in vari campi, della cosiddetta intelligenza artificiale, attraverso la quale pare che si aprano strade più semplici ed immediate, per risolvere parecchie questioni di studio. 

Possiamo includere anche questa forma d intelligenza fra le possibilità che l'uomo ha di accrescere la sua erudizione oppure dobbiamo tristemente ammettere che essa rappresenti un vero pericolo per l'evoluzione della ragione umana?


Concetta D'Orazio