Da ormai due anni mi ritrovo a seguire la curiosa dinamica di ascesa ed affermazione del fenomeno editoriale dell’auto-pubblicazione.
Tutto iniziò per puro caso, non avevo mai pubblicato nulla né tanto meno avevo intenzione di divulgare le “mie cosette”. Ho sempre scarabocchiato, ho amato ed amo farlo, ma non avevo la benché minima presunzione in tal senso.
Mi ritrovai a leggere di un’occasione insolita che si presentava agli autori, vale a dire quella di pubblicare i propri scritti, senza l’ausilio ed il patrocinio di una casa editrice. Continuai ad approfondire la questione, solo per curiosità, come sono solita fare generalmente con tutto, senza altre finalità. Mi appassionai. Le notizie in Rete, riferite al self-publishing italiano, erano all’epoca (primavera 2012) molto frammentarie e confuse. Quella fu la mia impressione. Non riuscivo a capire la differenza fra il pubblicare in completa autonomia e il farlo attraverso siti e canali adatti, diciamoli di mediazione e distribuzione, tra l’autore ed il lettore. Queste nuove realtà, pur apparendo simili alle case editrici tradizionali, non erano completamente uguali ad esse, vuoi anche per il carattere digitale del prodotto finale, vale a dire l’eBook. Mi intestardii e volli provare ma, ripeto, solo per comprendere il funzionamento e la validità di questa nuova modalità di pubblicazione.
Impaginai le mie poesiole, seguendo le istruzioni messe a disposizione dallo store cui ero finalmente arrivata dopo varie ricerche. Il procedimento non fu difficoltoso, anzi. Le problematiche arrivarono dopo. Il libretto stava lì ma io non avevo la minima idea di come renderlo visibile. Iniziai a sentire la necessità di un confronto diretto con altre persone che avessero avuto la mia stessa esperienza di auto-pubblicazione. Cercavo un forum o gruppo di discussione sull’argomento. Mi iscrissi all’unico che trovai su Facebook, tra l’altro appena nato. Eravamo pochissimi (incredibile). Eravamo i pionieri del self-publishing italiano appunto.
La nostra primordiale necessità si è mantenuta nel tempo, vale a dire il bisogno di un confronto quotidiano sui diversi aspetti legati all’auto-pubblicazione: revisioni ed editing, impaginazione, pubblicazione, distribuzione e soprattutto promozione.
Da quella comunità nacque anche l’idea che portò alla creazione del Movimento Scrittori Italiani Indipendenti (SII) che, a tutt’oggi, pur essendo realtà solo virtuale, è un punto di riferimento per molti.
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