Da sotto. Guardavo da sotto quel romitorio piazzato in alto, quasi a permettere di far chiacchiere con il cielo.
O forse solo per avvicinarsi all'eternità.
E su, fino a quella porta, piccola, come se volesse accogliere in un luogo ristretto la grandezza dei sentimenti più profondi.
Il silenzio di poco fuori rispecchiava quello all'interno. E si udiva la solitudine contemplativa. Incoraggiamento alla meditazione.
Pungolo all'isolamento spirituale.
Sono rimasta seduta per gran tempo. Mi pareva di non avere pensieri da sbrogliare, né affari di mente da programmare.
Mia era solo quella necessità di respirare la distensione voluta dal luogo di preghiera e raccoglimento.
Ho atteso tanto prima di abbandonare quegli spazi e tornare ai posti consueti, dove l'aria si respira dal basso e non si attraversa, quasi sospesi nel cielo.
Concetta D'Orazio
Sulmona e i confetti
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