In macchina, sullo scorcio di questo nuovo inverno che arriva a primavera, decidemmo ieri di percorrere strade abruzzesi più lontane rispetto al nostro punto di partenza.
Lo abbiamo fatto con quella lentezza che fa assaporare l'aria umida, pregna della pioggerella sottile che non spaventa e non bagna. Lascia solo passare qualche fremito.
Risalimmo, con dolcezza, il pendio appenninico che si circoscrive all'interno dei Monti della Laga.
Lì, dove la natura si inerpica nella sua originaria pendenza selvaggia.
Istintivo il paesaggio, persino nelle strade poco calpestate, soprattutto nell'ora pomeridiana del riposo festivo.
Abbiamo incontrato il cielo, mentre cambiava i suoi colori nel bianco e nel nero, per predisporsi alla domenica insolita di aprile.
Il silenzio non si adattava a quel trambusto di sfumature vivaci.
Ho acceso la radio, cambiando spesso stazione, finché una melodia di altri tempi si è aggiustata a fare da sotto fondo audio alla nostra gita insolita.
Mentre le note accompagnavano, gli occhi si perdevano in quel paesaggio che pare appartenere ad un periodo passato. Un'epoca perfetta, in cui non c'è fretta, non c'è necessità impellente.
Mi è sembrato che quel tempo fosse a metà, fra noi e l'antico: una meraviglia da misurare con l'udito e con l'olfatto, oltre che con la vista.
L'atmosfera tranquilla mi ha drenato le emozioni, facendomi rifugiare i pensieri in quell'angolo che si era liberato, finalmente, fra le mie innumerevoli ambasce del quotidiano.
Ho liberato le idee, facendole salire lì, dove quelle gradazioni andavano annerendosi.
Ho rincorso i passaggi del cuore.
Ho percorso la strada senza asfalto.
Ho guardato gli animali al pascolo ed intravisto quelli liberi che si nascondevano fra gli arbusti.
Ho rincorso i passaggi del cuore.
Ho percorso la strada senza asfalto.
Ho guardato gli animali al pascolo ed intravisto quelli liberi che si nascondevano fra gli arbusti.
Paesaggio semplice ma calore senza misura.
Questo è l'Abruzzo selvaggio, che non si è lasciato toccare troppo dalle necessità moderne.
Questo è l'Abruzzo meraviglioso, di altri tempi e pur di oggi.
Ritornerò presto su queste terre autentiche.
Concetta D'Orazio
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