domenica 7 dicembre 2014

Ci difendiamo



Ci difendiamo: si dice così, no?
Tredici anni fa, a quest'ora, dormivo?
Sicuramente dormivo. Io dormo sempre quando sono nervosa. 
Dev'essere un mio modo per esorcizzare l'ansia. Io dormo.

Tredici anni fa, a quest'ora, avevo freddo? Oppure avevo caldo? Questo non sono in grado di dirlo perché, tredici anni fa, sempre più o meno a quest'ora, ho smesso di poter contare su quegli indizi sensoriali che, di solito, mi permettono di avvertire i cambi di temperatura. Che so: caldo, freddo, nella norma e venti moderati.

Le sensazioni le avrei riacquistate a fatti avvenuti, cioè a cerimonia e post cerimonia completati. Insomma, un paio di giorni dopo. 

Mi raccontarono, poi, a questioni accadute, che la giornata fu fredda. Non come adesso.
Me lo narrarono gli altri sì, perché io non fui in grado di avvertire quel gelo, neppure con la gonna lunga, bianca, un po' bianca, tendente al panna, o forse poco chiara, ampia, di pizzo e senza pizzo, con le spalline o con lo scialle coprente.
Insomma: come ero vestita?   

Pure le scarpe con il tacco mi avrebbero fatto male, se solo avessi avuto a mia disposizione tutte le reazioni fisiche su cui di solito posso contare, proprio quelle che mi fanno maledire il momento in cui ho avuto l'idea brillante di infilarmele ai piedi. Proprio quelle che mi fanno contare al rovescio, moltiplicare al millesimo e dividere con il resto...  le imprecazioni contro quei rari momenti di vanità femminile da cui mi faccio cogliere. 
D'altronde sono donna. Ma questo lo sai.

Allora però, come ho già detto, non le avvertivo, le sensazioni, e dunque il tacco e la scarpa elegante non mi sconfinferarono manco di pezza.      
                                                                           
Tredici anni fa, dicembre fu un Signor Dicembre. Sì, proprio come noi, quando diventammo signori. Entrambi. Che coincidenza!

Che impressione mi faceva sentirmi chiamare così, "signora". 
Oh, bella impressione me la fa anche adesso, ma forse solo perché leggo in quella carineria tutta la pesantezza dell'età. La mia. 
Oddio, anche la tua.

Insomma, ora concludo perché un po' mi è venuto sonno. E non sono nemmeno nervosa. 
...Sì, va bene, non me lo ricordare: ho una certa età. Per questo motivo mi viene da appisolarmi anche da sveglia e in assenza di ansia. 

Tredici anni fa, però, ero proprio bella. Me lo dicesti, ricordi?
Sì, va bene, ora me lo ripeti ancora. Ma io lo so, sono consapevole, lo fai per gentilezza. 
Non occorre che tu faccia finta. Credimi. A casa nostra gli specchi funzionano bene. Lo hai dimenticato? Funzionano così tanto che io ci passo davanti "di sguiscio", cercando di guardarmicisivimi il meno possibile.

Torniamo a noi. Cosa dicevo? Sì, spiegavo che sono passati tredici anni e questo mi fa un po' pensare. Cioè non mi fa pensare. 
Te lo dico domani. Ora non lo so. È tardi.

Vado a dormire ché domani non devo sposarmi.

Buon anniversario.


Concetta D'Orazio


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