sabato 11 luglio 2015

L'estate non è abruzzese senza lu pane e la pemmadore



Estate di tutti i tempi.
Quelli dell'infanzia: sono stata bambina, con pane e pomodoro a merenda.
Quelli dell'adolescenza: sono stata ragazza, con pomodoro spalmato sulla fetta, da consumare velocemente a cena.
Oggi sono mamma e chiamo tutti a raccolta, a tavola, con al centro un bel piatto di quella polpa vermiglia.
Aggiungo sempre, tanto per gradire, un po' di cipollina, qualche foglia di sedano, basilico e prezzemolo.
Accompagno con formaggio.
Ma l'opera migliore, che le mie mani hanno liberato dalla terra, è l'ortaggio che, fra tutti, occupa il posto più importante.

 

Non c'è mai stata afa. Non è mai esistito giorno caldo. Non può dirsi estate abruzzese quella in cui, almeno (ho scritto almeno) un pasto estivo non venga declinato a pane, olio e pomodoro.



Che sia lo spuntino mattutino, che sia la merenda o anche la cena, non credo che si conoscano momenti in cui, sul nostro desco, non sia presente sua maestà il pomodoro. Anzi la pemmadore, la regina.
Quel rosso lo vogliamo deciso: la nostra fame ha bisogno di certezze.
Quella polpa la vogliamo generosa: necessita di abbondanza l'appetito nostro.
Quel profumo lo vogliamo pronunciato: il desiderio dello stomaco esige appagamento prima di tutto olfattivo.

Buona estate rustica!


Concetta D'Orazio




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