Una via silenziosa e ricca d'ombra, quella che arrivando noi dalle zone della regione confinante del Molise, ci fa risalire tra le montagne del comprensorio dell'alto-vastese.
Negli anfratti ai bordi delle strade, la vegetazione è rigogliosa. Il desiderio di fermarsi e di assaporarne la frescura viene frenato solo dalla curiosità di guardare con attenzione la segnaletica, al fine di conoscere le particolarità e le bellezze storico/artistiche che questa zona conserva.
Percorriamo il territorio che sale verso le montagne con molta naturalezza, dal momento che non si avvertono eccessivamente i dislivelli del pendio montano. Entriamo nel comune di Schiavi d'Abruzzo (CH), paese il cui nome deriva da una originaria colonia di Slavi.
Siamo alle pendici del Monte Pizzuto: su di un terreno posizionato quasi a terrazza, dominante la vallata sottostante, i resti di un'area sacra risalente ai Sanniti d'Abruzzo che popolarono la zona dell'alto vastese.
Davanti ai nostri occh,i i due templi, risalenti il primo al III-II sec. a. C. e il più piccolo al I sec. a.C.
Ci attardiamo ad ammirare le pietre che il tempo non ha trasportato con sé, ne accompagniamo con lo sguardo le rotondità smussate ed arrotondate dalle stagioni.
Davanti ai nostri occh,i i due templi, risalenti il primo al III-II sec. a. C. e il più piccolo al I sec. a.C.
Ci attardiamo ad ammirare le pietre che il tempo non ha trasportato con sé, ne accompagniamo con lo sguardo le rotondità smussate ed arrotondate dalle stagioni.
E la mano dell'uomo moderno a ristabilire e conservare i ricordi dell'uomo passato.
Lo studio, l'applicazione, il lavoro di fatica a fare incontrare i tempi di oggi con quelli di ieri.
Concetta D'Orazio
Nessun commento:
Posta un commento
Scrivimi, leggerò con piacere. Grazie