giovedì 15 gennaio 2015

Premura di protezione: la mia Majella




Ha premura la mia montagna, in tutti quei momenti del giorno in cui, per caso o per sbaglio, le rivogo lo sguardo.

Un'inclinazione diversa ed un colore nuovo per me, ogni volta, che è di tenerezza.
E di baluardo al mondo altro.
Pur se pare abbandonarsi alle note svelte o lente dei venti che l'attraversano, spingendola, non si muove mai dal suo posto. Cambia forma forse, ma non molla quella sua collocazione antica.
La mia Majella.

Sono cresciuta, guardandola e riconoscendola, ogni volta che si nascondeva dietro a nuvole grosse o a raggi di luce estremi.
Quelle pendenze che tendono all'alto, a volte dure, a volte dolci fino allo sfinimento della curva, hanno accompagnato tutti gli anni miei.

L'ho vista sempre la montagna, dalle mie finestre, benché ne abbia cambiate diverse, consumandone le tendine, a furia di lanciare lo sguardo, per controllare che fosse sempre al suo posto.
E, nell'intera vita mia, non si è mai mossa da lì.

Io la guardo ma lei ricambia.
Ha osservato la mia infanzia.
Ha ammiccato alla mia giovinezza di idee spavalde e di piedi svelti.
Mi vede ancora, mentre me la sistemo, adesso, la mia lentezza di età matura.

Io e le mie cure.
Lei e le sue attenzioni.
La mia Majella.


Concetta D'Orazio





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