Buonasera, amici, anzi ormai è meglio dire buonanotte.
Purtroppo mi trovo in grande ritardo per l'apertura della casellina dell'ormai trascorso 10 dicembre del nostro Calendario dell'Avvento d'Abruzzo. Voglio rispettare, tuttavia, l'impegno di accompagnarvi in questi 24 giorni prima di Natale, con almeno una menzione quotidiana delle cose d'Abruzzo.
Stasera ricordo, insieme a voi, alcuni degli strumenti (definiamoli così) che nelle cucine abruzzesi di ieri e di oggi non possono mancare.
Caratteristico è il contenitore per gli arrosticini. Un accessorio di terracotta, spesso a forma di brocca o di anfora.
La sua funzione principale è quella di mantenere il calore della cottura degli arrosticini.
Per evitare che, subito dopo la cottura, gli spiedini perdano la consistenza e morbidezza, raffreddandosi velocemente, essi vengono serviti a tavola all'interno di questo tipo di contenitore.
Funzione secondaria è quella di tipo decorativo: la brocca degli arrosticini fa buona mostra di sé sui ripiani di credenze o sulle mensole della cucina.
Esso ha prima di ogni cosa un significato simbolico, mostrandosi come segno distintivo di un popolo che di questo cibo ha fatto quasi un contrassegno.
Peculiare è anche un altro attrezzo abruzzese: la chitarra per tagliare la pasta.
La chitarra, usata soprattutto nel passato, oggi ritrova rivalutazione fra coloro che amano produrre la pasta fatta in casa.
L'attrezzo si compone di una base in legno con dei fili d'acciaio tesi, nella parte superiore.
La sfoglia, appoggiata sui fili, viene premuta verso il basso. I fili tagliano la pasta trasformandola in morbidi spaghetti (li maccarune).
Utensile abruzzese per eccellenza è il ferro per le pizzelle.
In passato la piastra per la cottura dei nostri dolci caratteristici veniva appoggiata direttamente sul fuoco del fornello; oggi è ad alimentazione elettrica.
Instancabile nel produrre le nostre pizzelle, in ogni casa c'è un ferro.
Ora vi lascio, dandovi appuntamento a domani.
Di nuovo buonanotte,
C. D'Orazio
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