Cari amici, voglio aprire la finestrella del 18 dicembre, sul nostro personale Calendario abruzzese dell'Avvento, affacciandomi, insieme a voi, sulle meraviglie naturali e storiche che l'Abruzzo custodisce.
Anche se è impossibile menzionarle tutte, da alcuni anni, ormai, cerco di imprimere, su queste pagine virtuali, le sensazioni che l'amore per la mia terra fa nascere in me, nelle diverse occasioni.
Mi fermo un momento, nel mezzo delle frenesie di questi giorni prima delle Feste.
Due o tre minuti per richiamare alla mente istantanee, prodotte dalle memorie di gite non troppo lontane nel tempo.
Gli occhi si affacciano, dai trabocchi si allungano, attraversano la spiaggia, si incamminano lungo le colline.
Giungono infine ai monti, in men che non si dica.
Chi si mette in viaggio, lungo le vie abruzzesi, con l'intento di scoprire quante più ricchezze contengono, spesso non ha neppure il tempo di digerire il pranzo, tanto in fretta cambia il panorama di vedute: dal mare alla montagna è solo un cenno di capo.
C'è da perdersi nel fascino e nelle atmosfere. Il nostro Abruzzo non annoia: viva, la terra si congiunge al cielo, mostrando panorami che spaziano dal tempo classico, a quello del Medioevo; dai giorni di ieri appena trascorso, a quelli di oggi.
Ripasso a mente le immagini di alcuni borghi antichi e medievali.
Penso alle mie visite a quei paesi, arroccati sulla roccia del Gran Sasso.
Guardo Brittoli (PE) e quella sua eleganza antica.
Ricordo che allora, alcuni anni addietro, mi affacciai da quella cittadella e mi sentii padrona dei tempi passati.
Accanto a Brittoli, menziono ora Corvara (PE), altro borgo arroccato.
Ripenso a quel silenzio che mi avvolgeva e mi trasportava nei tempi in cui il grigio era atmosfera di fascino e di mistero.
Respiro quelle memorie e, per ora, mi fermo.
A domani,
C.D'Orazio
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