martedì 15 dicembre 2020

Calendario dell'Avvento d'Abruzzo - Mercoledì 16 dicembre 2020 - La chitarre, lu fèrre de le pezzèlle e lu fattappošte pe le arrošticine

 





Cari amici, siamo giunti alla casellina di mercoledì 16 dicembre, nel nostro Calendario dell'Avvento d'Abruzzo, edizione 2020.

A cosa dedichiamo oggi il nostro appuntamento?
Ormai dell'Abruzzo credo di aver scritto tutto il possibile nel mio blog. Ho parlato di dialetto, di usanze, di oggetti, di abitudini, di capi di biancheria, di modi di dire e di parole ormai in disuso. 
Più cerco e più trovo sempre qualche elemento, manufatto, prodotto che caratterizza la cultura abruzzese.

Ogni luogo, ogni paese ha le sue peculiarità, certo. Tuttavia esistono prodotti e arnesi che sicuramente ritroveremo in ogni casa d'Abruzzo, a prescindere dall'area geografica particolare.
Tra questi, un posto per eccellenza è quello occupato da tre oggetti conosciutissimi nella nostra regione.

Il primo di essi è il ferro delle pizzelle, lu fèrre de le néule, vale a dire l'attrezzo che si utilizza per la creazione dei dolci abruzzesi per eccellenza: le néule anche dette pizzelle. Nella forma più semplice ed originale, esso viene appoggiato sulla fiamma del fornello. Al suo interno viene posto l'impasto per i dolci.

Il secondo oggetto è lu fattappošte pe le arrošticine: una brocca di terracotta o di ceramica, all'interno della quale vengono serviti gli arrosticini. Essa impedisce alla carne di perdere il calore accumulato in cottura. Ho chiamato fattappošte questo contenitore perché, in realtà, credo che in dialetto non esista un nome specifico, visto che, tra l'altro, esso è di invenzione recente.

Il terzo oggetto che vi propongo è la cosidetta chitarra o lu carratùre o lu maccarunàre: essa serve per la realizzazione di spaghetti ruvidi, meglio conosciuti come maccarùne a la chitarre.

All'interno del blog questepagine troverete notizie, ricette e informazioni sul ferro per le pizzelle, sugli spaghetti alla chitarra e sulla brocca per gli arrosticini.

A domani, con una nuova casellina.

Concetta D'Orazio

 




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